Max_R
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Manco da un po ed ho finito diversi giochi. Al momento stavo giocando a Drakensang, Disorder e Claire, ma ho perso gli stimoli. Ho comprato anche Duck Tales anche se mi avevate sconsigliato e lo trovo davvero valido, avendo giocato quello del NES.
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Si è maledettamente a puntate
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Più che altro l'attività non è propriamente lecita essendo spesso chiavi retail non accompagnate dal corredo di scatola, supporti e prova d'acquisto, come previsto dall'eula Poi si sa di quei casi dove vengono cancellati i giochi dall'account oppure addirittura bloccati gli account ed allora preferisco attendere altre offerte Riguardo multiplayer sono iscritto dai primordi ma non mi considera di livello 20 e quindi mi tagliano fuori dal giveaway
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Ho bisogno d'aiuto con il pc del fratello. Non posso formattare e questo è il problema principale. Sono passato da windows 7 con regolare licenza attivata a windows 10. Quest'ultimo non si è mai attivato, ne è mai funzionato nulla tra edge, update e tutti i servizi online legati all'os. Il pc risulta connesso via wifi e firefox, steam e tutti i programmi indipendenti da windows funzionano regolarmente. Da centro connessioni di rete non ne mostra nemmeno una attiva, se poi vado a modificare le impostazioni di condivisione vedo che è su guest/pubblico e di li non si schioda come se continuasse a tentare il riconoscimento, fallendo.
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Nel senso che ne basta uno l'anno di giorno così (e spesso è pure troppo)
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Grazie ragazzi ma 10000 non mi garantiscono sopravvivenza
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Anche a me funziona. Prova ad avviare da amministratore.
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Già lo uso altrove. In questo caso andrei di Ubuntu che è già presente in un altro disco.
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Ero convinto di avere scritto nel thread ufficiale, boh. Comunque sia se mi fanno qualche tiro strano con le licenze, tra un anno, è la volta che passo in via definitiva a Linux.
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Stavo aggiornando qualche computer e mi sono reso conto che le chiavi che vengono attivate sono sempre le solite generiche. Ne sapete nulla? Quando ci daranno un seriale personale?
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Meno di?
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Stiamo tornando a casa da lavoro, con la nostra auto, impazienti di incontrare nostra moglie e condividere con lei i nuovi risultati. La strada è bagnata ed insidiosa, la fretta è troppa ed i freni non funzionano! Tutto si spegne attorno a noi. Ci risvegliamo in un luogo strano: la cella di una torre, rumorosa e lugubre. Noi siamo confusi, la nostra faccia è bendata e noi abbiamo una forte amnesia. Dobbiamo fare luce sugli eventi: ritrovare noi stessi. Appena usciamo ci rendiamo conto di non essere soli, bensì in compagnia di altri abitanti della torre, apparentemente tutti senza qualche rotella: dobbiamo uscire, al più presto. Il viaggio che ci si presenta davanti sarà un viaggio nella mente stessa del protagonista, nelle sue memorie, nelle sue paure. Visiteremo manicomi, villaggi abitati solo da bambini sfigurati, bizzarri circhi abitati da altrettanto bizzarre creature, ritrovando persone a noi care e cambiando persino aspetto. Fino a raggiungere la consapevolezza. L’interfaccia di gioco è punta e clicca, ci potremo muovere indicando la direzione con il mouse e tenendo premuto il tasto destro: comparirà una freccia che ci indicherà verso dove stiamo andando. Con il tasto sinistro si controllano le interazioni. E’ presente un inventario che verrà mostrato cliccando sul nostro personaggio sottoforma di tondi attorno allo stesso, ciascuno dei quali contiene un oggetto potenzialmente utile che abbiamo raccolto e che potremo usare con qualcos’altro per avanzare nella storia. Avremo a che fare con puzzle non particolarmente difficili ma che garantiscono un certo livello di sfida: sarà importante prendere nota dei dialoghi e parlare con tutti i personaggi che incontriamo. In alcune occasioni ci troveremo a dover combattere contro alcune minacce, nel qual caso basterà limitarsi a spostarsi attraverso l’uso del mouse, schivando gli attacchi e rispondendo a nostra volta, cliccando sul bersaglio. Tecnicamente il gioco mostra una grande rigidità e delle gravi pecche: se da un lato abbiamo fondali ben caratterizzati, un doppiaggio inglese abbastanza valido e musiche quasi sempre d’atmosfera, tranne rari casi, dall’altro il motore ed i controlli risultano eccessivamente legnosi, cosiccome le animazioni ed i dialoghi sono piuttosto scarni. Con il solo controllo del mouse, come già anticipato, non basterà cliccare semplicemente sul punto desiderato dello scenario per far muovere il personaggio, un po come succede con Diablo, bensì dovremo tenere premuto e limitarci a dare una direzione. Il gioco non è invecchiato particolarmente male: il suo più grosso difetto sono discutibili scelte di design che già al tempo non garantivano l’immediatezza di altri titoli. Per il resto, Sanitarium, si fa giocare e cattura sufficientemente l’attenzione del giocatore grazie ad un atmosfera che purtroppo, a mio giudizio, viene minata in alcune locazioni e situazioni nelle quali tutt’ora non mi è chiaro perchè il protagonista ci si sia trovato (alveare e villaggio perduto). Un gioco con alti e bassi, per chi ama recuperare e giocare titoli che hanno lasciato un segno, soprattutto per gli irriducibili amanti del genere disposti però a sorvolare sul sistema di controllo non propriamente adatto ad un’avventura. PRO La maggior parte delle locazioni e fondali Personaggi bizzarri Storia abbastanza ispirata Comparto audio e musica CONTRO Rigidità controlli ed animazioni Dialoghi scarni Alcune locazioni / situazioni apparentemente messe per allungare il brodo
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[ATTACH]449._xfImport[/ATTACH] Nel perennemente inflazionato mondo degli sparatutto, non è facile dire la propria ed ancora meno se decidi di legarti ad un brand già esistente, dovendo poi innovare mantenendo lo spirito del titolo originale. Come già detto in altra sede, puntare ad un tie-in spesso risulta una scelta infelice che da risultati molto spesso insoddisfacenti per l’utenza: basti pensare ai molti giochi che s’ispirano a libri e film famosi, senza riuscire a rendere in maniera efficace le stesse emozioni. Ricordiamo il pessimo ET, il controverso Avatar o ancora Enter the Matrix, il quale tentava di cavalcare l’onda del successo di Max Payne, con risultati imbarazzanti. Un titolo legato all’immaginario collettivo della fantascienza come Tron, è stato di grande ispirazione in passato, per diversi arcade, anche grazie al fatto che il film stesso tratta di videogames (space-paranoids?) e mostra spettacolari scene di sfide con i dischi o a bordo di motocicli digitali. Monolith, sviluppatore di uno dei più riusciti cloni di Duke Nukem: Blood; e del motore grafico proprietario LithTech, adoperato per i vari loro giochi di successo tra i quali ricordiamo Shogo, Blood 2, i due No One Lives Forever, il secondo Aliens versus Predator, i tre Fear ed i due Condemned, si lancia in questa sfida, forte delle loro vittorie. Tron 2.0 è ambientato una ventina di anni dopo gli eventi del film: impersonando Jet, il figlio di Alan Bradley, dopo essere stati digitalizzati e portati nel cyberspazio, dovremo scoprire chi ha rapito nostro padre e perchè. Scopriremo presto gli ambiziosi piani della fCon, la compagnia che ha assimilato la ENCOM, trovandoci a combattere tra virus, antivirus ed aggirando firewall. La storia viene raccontata attraverso alcune cut-scenes ma può essere approfondita leggendo le varie mail sparse per i livelli di gioco, un po come i data-log di System Shock. Il gioco non è che uno sparatutto in soggettiva, piuttosto lineare, dove l’arma principale è il celebre disco. Sono presenti altre armi che troveremo e che mano a mano potranno essere potenziate, come alcune nostre abilità e le nostre caratteristiche, raccogliendo punti versione e procedendo nel gioco. Nonostante la linearità, il level design è strepitoso, ottimamente caratterizzato e ben supportato dal motore LithTech di seconda generazione, opportunamente revisionato: ne risulta un gioco veloce senza brusche interruzioni di ritmo, che colpisce l’occhio per il suo grande stile artistico wireframe dai colori fluo. Le varie locazioni sono ben pensate e realizzate in maniera funzionale alla trama: il firewall da bypassare, il pda con i dati sensibili, la zona contaminata o ancora il processore del vecchio pc da overcloccare per poter eseguire il software di supporto Ma3a, riescono a risultare tutte molto caratteristiche ed a non annoiare mai per tutta la durata del gioco, la quale si assesta sulla ventina di ore. In alcuni casi verremo addirittura trasferiti alla guida di un moto-ciclo e ci troveremo a dover battere altri partecipanti nelle modalità già viste nel film! Le musiche, in pieno stile Tron, completano l’atmosfera. Ne risulta un gioco assolutamente completo ed appassionante che non è invecchiato di un attimo e non per nulla, a distanza di oltre dieci anni, vanta ancora una folta schiera di appassionati. Tron 2.0 è IL gioco di Tron: completo, appassionante, artisticamente e tecnicamente eccelso. pro - è tron - divertente - non annoia mai neanche a cercare i collezionabili - longevo - realizzazione tecnica impeccabile contro - dall’altra parte dello schermo sembra tutto così facile
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Almeno Sin era divertente per certi aspetti. FAKK2 proprio no!
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[ATTACH]448._xfImport[/ATTACH] L’anno 2000 è stato, videoludicamente parlando, un anno di grandi novità: 3Dfx, uno dei maggiori produttori di acceleratori grafici, cede definitivamente il passo a NVidia (e conseguentemente ad ATI, ora AMD), arrivano titoli importanti ed ambiziosi come American McGee’s Alice, Baldur’s Gate 2, Icewind Dale, Deus Ex e non dimentichiamo l’ottavo capitolo di Might and Magic! Tra 1999 e 2001 l’utilizzo degli strepitosi motori grafici idTech3 (Quake 3 Arena) ed Unreal Engine (Unreal) era ai massimi livelli, tanto che ne risultava che moltissimi giochi ne erano basati, con risultati davvero importanti. Nella miriade di nuovi titoli arrivati ed in arrivo, Ritual Entertainment, casa di sviluppo conosciuta in precedenza per un pacco espansione di Quake e per il buggato Sin, decide di riesumare i diritti e sviluppare un videogame che continui la storia iniziata con il film di animazione sci-fi Heavy Metal. Più in specifico, mira a dare un continuo alla serie, dopo Heavy Metal 2000 ed agli eventi riguardanti la protagonista femminile: la prosperosa amazzone iper-tecnologica che figura in copertina. Il gioco ci mette nei panni di Julie, a distanza di qualche tempo dalla sconfitta di Tyler e Odin: l’obiettivo ancora una volta sarà mettere in salvo la razza umana dalla minaccia incombente, rappresentata questa volta da una pioggia di asteroidi, la quale nasconde a sua volta una realtà ancora più cruda. Gith, un nuovo potente nemico, punta alla supremazia stellare. L’azione si svolge in terza persona, alle spalle della protagonista, rimanendo affine ai canoni degli sparatutto. La varietà delle armi è buona, dividendosi queste in tre categorie: spade, da fuoco e pesanti. Eccezion fatta per le armi a due mani, è possibile portare uno scudo. Assolutamente degna di nota la spada-motosega, presente anch’essa in copertina. Il gameplay è piuttosto rigido: i movimenti restituiscono una sensazione di costrizione e mancata fluidità, soprattutto nelle fasi platform dove ci si trova a dover saltare da una roccia all’altra stando attenti a non cadere. Lo stesso feeling con le armi è piuttosto scialbo e ne risulta un gameplay carente di divertimento. La trama, se così la si può chiamare, risulta essere puramente un pretesto per fare mattanza di nemici, di carente varietà e qualità a livello di design. A coronare il tutto, la localizzazione, a dir poco pietosa, rende pure le cut-scenes insopportabili. Fortunatamente qualcosa delle musiche si salva. L’uso fatto del motore idTech3, come anticipato, non è dei più brillanti. I modelli poligonali dei personaggi, davvero molto scarsi, tanto da poterli paragonare ad altri visti nell’era idTech2 e per quanto riguarda le animazioni, le cose non migliorano. Ritual, sembra essere rimasta all’era Sin. L’entusiasmo dello scorcio iniziale passa in fretta e rimane tristezza per tutto il resto del gioco: FAKK2 è uno dei giochi con i quali mi sono dovuto sforzare di più per portarli a termine, perchè a tutti gli effetti non ci viene dato un solo motivo per procedere nel gioco. Il cambio d’abito di Julie non basta, come non basta il “carisma” del personaggio, già ombra di quel che è stato nel film, viene distrutto definitivamente proprio grazie alla sopracitata localizzazione. Queste mancanze ne fanno un gioco grottesco che non riesce però nemmeno a strappare un sorriso, anzi, tantomeno agli appassionati della serie. Un gioco mistificato dall’essere rimasto a lungo sulla mia bacheca dei giocherò, dall’uso del tanto amato idTech3 e dall’intrigante copertina. Si è rivelato un’impresa più per trovare la voglia di completarlo. Pro - qualche vago “alto” nel level design - varietà d’armi - spada-motosega - qualche traccia audio - cambi d’abito Contro - banalità imperanti - scarsa realizzazione tecnica - gameplay insulso
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Penso sia che siamo cresciuti ed entrati in nuove realtà (lavoro?) avendo quindi altri stimoli I giochi interessanti ci sarebbero anche è che c'è una vita da mandare avanti e tante altre passioni da coltivare
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Dopo un litigio con la signora Max mi sono dato allo shopping (vige la parità dei sessi quindi..) ed ho fatto incetta letteralmente
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Può anche essere che l'abbia ritirato prima che tu lo riscattassi
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Finito Never Alone...carino per i temi affrontati, è praticamente un demo più che altro, indubbiamente interessante, speriamo decidano di fare qualcosa di più longevo e con una trama articolata Finito in mattinata Certo è corto ma non più di tanti altri giochi concettuali Credo che il team dovrebbe chiudere il capitolo così e concentrarsi su di un progetto più ambizioso, certo, ma che non cerchi di essere un seguito Devono lavorare però per rendere più fluido il gameplay
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Provato a riavviare Steam? A me è già capitato ci volesse del tempo
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Idem Non mi spiacerebbero Prototype 2 e Lost Planet 3 Il primo Prototype non è il mio genere: accozzaglia di gameplay in una città aperta Il terzo Lost Planet già di più ed il primo non era nemmeno male Però sinceramente con tutto quello che ci sarebbe da prendere trovo che il prezzo per quei due è davvero troppo alto Prima o poi li troveremo a 5€ ed anche meno, basti guardare gli altri della serie
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Dubito anche io
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Sono già (parecchio) occupato per prendere un altro alimentatore
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Secondo me sarà buono Il problema piuttosto è che mouse e pad gommati hanno sempre fatto una fine appiccicosa negli anni ed ora non sono nemmeno lontanamente toccabili purtroppo Abolirei la gommatura delle periferiche
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Iniziati i preorder per la rivoluzione Valve Steam Link Steam Controller Steam Machine 55€ ciascuno per i primi due (109,98 il pacchetto che li include entrambi) Il prezzo andrebbe bene se anche le Steam Machines costassero così